L’Agenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) ha annunciato che chiuderà i suoi uffici in Russia. Dopo 20 anni di lavoro in Russia, i funzionari dell’USAID hanno riferito di essere stati informati dal governo russo che i loro servizi non erano più necessari.
Secondo il ministero degli Esteri, l’USAID stava tentando di manipolare i processi elettorali nel Paese.
“La natura del lavoro dell’agenzia … non sempre risulta conforme con gli obiettivi dichiarati di cooperazione umanitaria bilaterale”, si legge sul sito web del Ministero degli Esteri . “Stiamo parlando dell’emissione di fondi col tentativo di influenzare il corso dei processi politici nel Paese, comprese le elezioni a diversi livelli e le istituzioni della società civile.”
La società civile russa è oramai diventata pienamente matura, ha proseguito il Ministro, e non ha bisogno di alcuna “direzione esterna.” Mosca è pronta a lavorare con l’USAID in Paesi terzi, è la conclusione.
In una intervista al “Kommersant”, Dmitrij Peskov, il segretario stampa del Presidente Putin, ha suggerito che l’agenzia statunitense non stava rispettando le norme che regolano il loro lavoro con le ONG.
“Come tutte le agenzie straniere che forniscono il supporto finanziario alle ONG russe, l’USAID deve rispettare le disposizioni di legge della Russia”, ha detto Peskov. “Fino a quando gli americani hanno rispettato queste norme, noi, ovviamente, non potevamo prendere alcuna decisione di interrompere le loro attività sul territorio russo.”
La decisione di Mosca di fermare i programmi dell’USAID è susseguente alla firma apposta da Putin, nel mese di luglio, sulla legge che prevede che le organizzazioni non governative che ricevono fondi dall’estero debbano essere registrate come “agenti stranieri”.
La legge richiede che le ONG con sede in Russia forniscano informazioni sul modo in cui i fondi ricevuti dall’estero vengono poi utilizzati in Russia.
Gli Stati Uniti hanno negato che i programmi dell’USAID abbiano lo scopo di interferire negli affari interni della Russia.
Il portavoce del Dipartimento di Stato americano, Victoria Nuland, ha annunciato martedì la cessazione delle operazioni dell’USAID in Russia. Il Cremlino ha notificato ai funzionari degli Stati Uniti di aver tempo fino al 1 ottobre per chiudere la loro missione.
Washington ha iniziato le sue operazioni USAID a Mosca in seguito all’inaspettato crollo dell’Unione Sovietica. A quel tempo, la Russia era un caso disperato, che dipendeva dai prestiti del FMI solo per riuscire a sopravvivere. L’USAID ha speso più di 2,6 miliardi di dollari in Russia per diversi progetti, come ad esempio quelli per ripulire l’ambiente e la lotta contro le malattie infettive.
La situazione interna in Russia si è capovolta quando la presidenza passò da Boris Eltsin a Vladimir Putin. Oggi la Russia non solo ha ripagato i suoi debiti ma ora è prestatore di ultima istanza per i Paesi martellati dalla crisi finanziaria del 2008.
Anche se l’inversione delle sorti della Russia è spesso spiegata con le sue vaste risorse naturali, la volontà politica ha svolto un ruolo significativo nel progresso.
Dal momento in cui la Russia non è considerata più come un caso di carità, le attività dell’USAID sono state sempre viste non solo ridondanti, ma anche un po’ umilianti.
A parte la crescente irrilevanza di tali attività promosse dall’estero, c’era il fastidioso sospetto, all’interno della Russia, che queste agenzie servissero come insegne per motivi puramente politici.
Quest’anno, per esempio, all’USAID sono stati assegnati 50 milioni di dollari per finanziare le sue attività in Russia. Circa il 60 per cento del bilancio doveva essere utilizzato per la promozione della democrazia e dei diritti umani. Questo rappresenta un notevole aumento rispetto alla precedente amministrazione Bush.
Fonte: http://rt.com/politics/russia-usaid-putin-washington-elections-474/
Traduzione: http://coriintempesta.altervista.org